Il nome deriva dalla effettiva presenza di una insenatura adatta a ormeggiare le barche. Forse il quartiere di Paraporto era identificabile con l’area che dall’ex palazzo Mirabelli-Di Lauro (nei pressi del Monumento ai Caduti) scende fino allo slargo della Calavecchia.
Di questa insenatura ce ne dà testimonianza l’abate Pacichelli nelle sue osservazioni di viaggio e nella cartografia da lui progettata a fine ‘600. Si comprende bene come l’acqua del mare dovesse essere molto vicina alle pendici della collina che vediamo oggi. L’acqua occupava tutta l’area oggi attraversata da corso Vittorio Emanuele II, l’ex piazza mercato vecchio, la centrale Piazza Commercio e poi Via Margerita, Via della Libertà… L’avanzamento della linea di costa (verso ovest), e quindi la nascita della spiaggia, sarà evidente un secolo dopo, a fine ‘700, dovuto maggiormente a fenomeni alluvionali, ovvero al deposito di enormi quantità di detriti fluviali provenienti dai fiumi che solcano la Catena Costiera.