Se c’è un elemento di forte richiamo turistico, storico e popolare, da vedere nel centro storico di Amantea, be’ quello è lo slargo denominato Chianura. Il segnale stradale indica “Largo Pianura”, ma per ogni residente è semplicemente ‘a Chianura’.
Si tratta di uno spazietto, una ristretta area semi pianeggiante dietro la chiesa matrice, che a metà ‘900 era il “tempio” della cultura marinara amanteana. Possiamo considerarlo un mini quartiere a vocazione marinara, con piccoli appartamenti che un secolo fa erano affollatissimi, abitati da famiglie con numerosa prole, di cui buona parte poi trovava impiego – già nell’adolescenza – nelle attività di pesca, trasformazione del pesce, commercio, trasporto, manutenzione barche.
Da qui, dalla Chianura, in passato partivano diverse ciurme pronte a sopportare notti insonni pur di portare a casa quattro cassette di alici. La pesca con la tecnica della lampara era una cosa molto affascinante, un vero spettacolo. Facciamo notare come servisse robustezza fisica e tanto spirito di sacrificio, i giovani aiutanti dovevano sobbarcarsi pesanti trasferimenti di attrezzature per la pesca, percorrendo a piedi il dislivello che li divideva dal mare.
Affacciate alla finestra, dalla Chianura le donne scrutavano l’orizzonte marino, che da spazio oscuro a poco alla volta si illuminava con tante luci. Sembrava davvero materializzarsi una città galleggiante, lì nel mare infinito, come scrisse splendidamente Vittorio Aloe. Al mattino presto, a ripagare pazienza e fatica, c’era l’incontro con i mariti sulla battigia per riempire cesti di alici da portare nei mercati o presso acquirenti privati.
Amantea negli anni ’50 era certamente una delle marinerie più importanti ed esperte di tutta la costa tirrenica della Calabria. Un’eredità di saperi e conoscenze che veniva addirittura dal Medioevo, quando i ‘barili’ amanteani, contenenti alici sotto sale, li conoscevano in tutto il Regno di Napoli.
La Chianura è uno spazio miracoloso, dove si rincorrono sentimenti del passato e sogni del presente. Se è vero che emerge un po’ di nostalgia per quel tempo mitico, poiché oggi la marineria è composta da poche residue unità di pescatori (la lenta scomparsa era già percepibile dagli anni ’70/’80 del ‘900), è altrettanto vero che la bellezza di quell’epoca riprende vita nella tradizione locale, perpetuata, della conserva delle alici. Tradizione che può essere casalinga, ma anche aziendale, essendo presenti alcune aziende sul territorio impegnate nella trasformazione del pescato. Prodotti ittici che poi vengono distribuiti in Italia e all’estero.
Che meraviglia, negli anni ruggenti della marineria, la pesca della rosamarina (bianchetto, neonata di sarde e alici), che trattata con sale e peperoncino rosso piccante diventava il “caviale dei poveri”.
Nella Chianura nacque, nel lontano 31 Dicembre 1864 Alessandro Longo, un musicista dal talento immenso che si fece conoscere a fine ‘800. Pianista, compositore, maestro apprezzatissimo nel Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli dove ebbe la cattedra.
Inoltre la storia locale ci fa ricordare la dimora di Fortunato Pagliaro, scomparso pochi anni orsono, uomo dalle braccia fortissime, amante del mare e artista spontaneo, pervaso da un sentimento religioso atipico che gli fece realizzare sculture particolari.