L'Antica Tèmesa
Gli occhi di un qualunque archeologo, ancor oggi, si illuminano se pronunciate la parola TÉMESA. Un nome che suscita fascino, mistero, che deve aver significato tanto sia per i greci antichi sia per le popolazioni che ci furono prima dei colonizzatori venuti dal Mediterraneo Orientale.
Tra il fiume Oliva e la sponda nord del Savuto, quindi nella porzione di territorio tra Campora San Giovanni e le colline di Serra d’Aiello, ancora prima dei coloni greci venuti nel I millennio Avanti Cristo, in quest’area prendeva forma la storia di Témesa.
Da villaggio di capanne divenne emporio frequentatissimo, menzionata persino da Omero nell’Odissea in quanto luogo dove comprare rame. I ritrovamenti archeologici hanno consentito di allestire una ricca vetrina di reperti nel Museo Archeologico di Reggio Calabria. Altri reperti sono custoditi nel museo di Serra d’Aiello. Curiosa, senz’altro, la storia della tomba (IX-VIII sec. a.C.) classificata come la n. 6 della necropoli di località Chiane, a Serra d’Aiello. La defunta era una personalità probabilmente di prestigio, comunque appartenente a una classe sociale dominante. Gli archeologi hanno recuperato nella tomba, accanto allo scheletro, oggetti di ceramica; fibule delle più svariate tipologie, in ferro e in bronzo; dischi ornamentali in bronzo; orecchini in ambra; fermatrecce e fermacapelli in filo di bronzo; collane in ambra e pasta vitrea. Una vera principessa! Chissà, ancora bisogna indagare a fondo quel tipo di società precoloniale, ma la signora sepolta era certamente molto privilegiata.


