La strada costruita a ridosso delle antiche mura ci consente di attraversare e ammirare un altro pezzo del centro storico: da Piazza Municipio fino a Rione Catocastro. Qui la struttura architettonica delle costruzioni è rimasta pressoché intatta. Inizialmente la strada un po’ si restringe, notiamo sul muro di un vicoletto una targa, la quale ricorda il cannone posto sul baluardo a difesa della città durante le fasi tremende dell’assedio francese del 1807.
Il primo palazzo che ci rimane sulla destra, percorrendo via Indipendenza, è il Palazzo Carratelli, oggi facente parte dell’elenco Dimore Storiche Italiane. Altri 100 metri e c’è Palazzo Di Lauro, a pochi metri dalla scalinata della Chiesa Matrice, intitolata a San Biagio.
Una gradinata perfetta per le foto ricordo.. È una chiesa cui gli amanteani sono affezionatissimi, nel 1688 furono proprio i fedeli a far completare, a spese loro, i lavori di edificazione. Qui si svolge il momento iniziale e quello conclusivo della Processione delle Varette, il Venerdì Santo mattina, il giorno più atteso dalla popolazione.
Proseguendo ci troviamo davanti le “case sciullate“. C’è ancora chi ricorda l‘accaduto con molto tristezza e dolore.
un vecchio palazzo ormai ridotto ad un cumulo di macerie a causa di un bombardamento aereo da parte delle truppe alleate, ciò si verificò ad Amantea il 20 febbraio 1943. Da qui, volgendo lo sguardo verso la marina, notiamo subito l’edificio delle scuole elementari statali a forma di M costruito durante il Fascismo (anni Venti), fu l’architetto che diede quella forma in omaggio al Duce.
Proseguendo troviamo un belvedere che si affaccia su di un enorme giardino mediterraneo, detto “a Grutta“, oggi adibito a Parco Pubblico. Come si può notare, questo Parco presenta una curiosa caratteristica morfologica: una ampia cavea dove qualche secolo addietro si pensava servisse a dar riparo ad imbarcazioni che attraccavano in una specie di porto naturale. Oltre alla vista del Parco, da qui si può godere una stupenda vista del mare interrotta in lontananza dai due Scogli di Isca e dell’imponente palazzo delle Clarisse (già De Luca di Lizzano) che si sporge a terrazzo sulla Grotta.
Prima di giungere davanti alla soglia del Palazzo delle Clarisse sostiamo un attimo presso una fontanella ai margini della strada. Quindi posiamo lo sguardo sulla vasta parete rocciosa che delimita un tratto di via Indipendenza e notiamo alcune scanalature, nicchie, resti di tegole ancora attaccate al muro che sono di una antica chiesa soppressa nel 1793.
Il Palazzo De Luca era anticamente un monastero delle nobili Clarisse, istituito nel 1603, soppresso una prima volta nel 1613, ripristinato nel 1628 e completamente abolito nel 1807. Il monastero divenne dimora nel 1813 della nobile famiglia De Luca Di Lizzano. Attualmente è di proprietà del prof. Fausto Perri. Di fronte al palazzo delle Clarisse una scalinata porta alla Chiesa del Collegio dei Gesuiti
È una delle chiese più suggestive, un gioiellino inserito nella graziosa trama di case e palazzi del quartiere più antico. Continuando a scendere per via Indipendenza la strada ci offre ancora altri spettacolari panorami. In prossimità del vecchio ponte sul fiume Catocastro, oggi dedicato a San Francesco di Paola, si scorge in collina, la Chiesa di San Giuseppe, facilmente raggiungibile.
Vicino al ponte c’è un Calvario simboleggiante la Crocifissione di Cristo. Il calvario segna in qualche modo il confine tra il luogo abitato e l’inabitato. In fondo alla strada s’intravedono i resti di una delle porte d’accesso alla città. Passando sotto il vecchio ponte di ferro si giunge alla Grotta, ovvero la villa comunale di Amantea. Dopo pochi metri troviamo una piazzetta di moderna concezione architettonica intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.