Fiumefreddo Bruzio è un borgo talmente peculiare e ben tenuto da aver concorso, nel 2017, per il titolo di “Borgo dei borghi” del programma Rai Kilimangiaro, aggiudicandosi il 6° posto.
Il nome “Fiumefreddo” deriva da Flumen frigidum che significa “acqua potabile”. Anticamente era chiamato frigidum per via delle sue acque fredde, per l’appunto. Solo nel 1860 il comune decise di aggiungere l’appellativo di “Bruzio” per distinguerlo da altri paesini con lo stesso nome.
Le prime attestazioni che certificano la presenza di insediamenti risalgono al periodo compreso tra il 200 e il 300 d.C. Originariamente noto come “Fonte Laurato”, questo luogo diventò la casa di monaci basiliani che diedero vita a una chiesa dedicata a Santa Domenica. Successivamente la storia di Fiumefreddo si immergerà nel Medioevo, infatti conserva ancora oggi parte delle mura medievali, la meravigliosa “Porta di Sopra” che dà il benvenuto nel centro storico di Fiumefreddo, i Palazzi della Valle e Pignatelli. Nel 1054 Roberto il Guiscardo conquistò il territorio per donarlo al fratello Ruggero il Normanno. Da questo momento in poi, il feudo passerà da un’autorità feudale all’altra: nel 1098 fu di proprietà di Simone da Mamistra, feudatario di Carlo I d’Angiò. Dopo il crollo della chiesa costruita dai monaci basiliani, il feudatario fece edificare nello stesso luogo l’abbazia di Fonte Laurato, donata in seguito all’abate cistercense Gioacchino da Fiore nel 1201; nel 1269 passò sotto il controllo del feudatario francese Giovanni de Flenis; infine, fu sotto l’autorità di Alfonso Sanseverino, feudatario di Carlo II. Passato nelle mani del viceré di Calabria, Hernando d’Alarcón, nel 1536 il castello (denominato “Castello della Valle”) subì delle modifiche per rispecchiare i canoni estetici del tempo: vennero aggiunte, fuori dalle mura di cinta, due torri chiamate “Golette”. Purtroppo, nel 1807 il castello fu gravemente danneggiato dagli attacchi francesi, i quali erano guidati da Giuseppe Napoleone (fratello dell’imperatore) e, poi, da Gioacchino Murat. Oggi sono presenti delle rovine, il portale d’accesso e i sotterranei.
Altri punti di particolare interesse che meritano attenzione e visite sono: la Chiesa del Carmine risalente al XV sec. Fu edificata dall’ordine dei Frati Minimi, fuori dalle mura di cinta del castello; la Chiesa della Madonna Addolorata, detta anche “La Madonnella”, risalante all’XI sec.; la Chiesa di S. Chiara del 1552. Al suo interno è possibile notare tre altari in legno in stile barocco dipinti con vernice dorata; la Chiesa Madre, edificata nel XVI secolo. Custodisce preziose opere d’arte tra le quali: una pala d’altare della “Vergine del Carmelo” del pittore Giuseppe Pascaletti che nacque proprio a Fiumefreddo, un crocifisso in legno del IX sec., “la Madonna con Bambino” di Pietro Neuroni datata 1556 e “Il miracolo di S. Nicola di Bari” di Francesco Solimeni; la Chiesa di S. Francesco di Paola, costruita nel 1709, annessa fino al 1860 al convento dei Frati Minimi. Questa chiesa funge da scrigno che preserva la tomba del Principe Pietro Alarçon Mendoza e quella del pittore Giuseppe Pascaletti; la settecentesca chiesa di San Rocco che presenta al suo interno affreschi a opera di Salvatore Fiume realizzate nel 1980; la Chiesa di Santa Rita da Cascia di più recente costruzione (1926) ad opera di Francesco De Luca.
Per gli amanti dei percorsi naturalistici è possibile percorrere a piedi la stupenda scalinata presente sul fianco dell’altura di Fiumefreddo che parte da Fiumefreddo marina. Una volta giunti in cima la vista del mare riempie gli occhi di stupore e meraviglia.