Cleto è un singolare borgo che si affaccia sulla Valle del Savuto. Originariamente questo paesino portava il nome di Cleta in onore della nutrice di Pentelisea, regina delle Amazzoni. Nel X secolo a.C. imperversava la guerra di Troia e, secondo la mitologia greca, la regina Pentelisea morì a Troia per mano del guerriero Achille. Cleta decise allora di compiere un viaggio per renderle omaggio con una degna sepoltura ma, a causa di un’intensa tempesta, Cleta fu costretta a fermarsi proprio in Calabria in cui fondò la città di Cleto. Cleta fu una colonia della polis Kroton (oggi Crotone) ma il desiderio di staccarsi da essa portò la stessa Cleta a uno scontro contro la polis e alla sua successiva disfatta nel 16 a.C. Cleta rimase abbandonata a sé stessa fino al 1000 quando giunsero i Normanni a cambiarle nome in Pietramala. Solo nel 1862 divenne poi Cleto come lo conosciamo oggi. È in questo periodo che si attestano fonti riguardanti la presenza del feudo di Pietramala annessa al feudo di Aiello Calabro, legate alla Badia dell’ordine Florense di Fontelaurat che comprendeva anche Savuto, Fiumefreddo Bruzio, Nocera Terinese fino a giungere a San Mango d’Aquino.
Durante il periodo angioino (1266-1442) il re Carlo I d’Angiò fece costruire il castello di Savuto, non molto distante dal castello di Pietramala, per poter tenere sotto controllo la vallata e possibili sbarchi delle navi siculo-aragonesi. Cleto fu oggetto conteso anche dalla dominazione aragonese che successe a quella angioina. Giunse un periodo di equilibrio soltanto sotti i Giannuzzi-Savelli, infatti vi fu anche un aumento demografico. Nel 1638 un violento terremoto ruppe gli equilibri tanto voluti causando la morte di una cinquantina di persone. Dal 1656 fino all’800 Cleto fu teatro di una virulenta peste, della crisi economica, delle incursioni saracene, ma anche della dominazione austriaca, borbonica e francese.
Entrambi i castelli, quello di Cleto (eretto lungo le pendici del Monte Sant’Angelo) e quello di Savuto sono oggi visitabili e da entrambi è possibile godere di una vista straordinaria. Da un punto di vista religioso i maggiori punti di interesse sono la Chiesa della Consolazione eretta nel 1600 e restaurata nell’800 che racchiude al suo interno pregiati affreschi del pittore di Aiello Calabro Raffaello Aloisio e il distintivo mosaico raffigurante il “Fiore della Vita” sul pavimento della stessa; la Chiesa di Santa Maria Assunta eretta nel 1500; la Chiesa del Santissimo Rosario di cui restano soltanto delle rovine da poter ammirare in quanto essa fu tremendamente scossa e in parte distrutta dal terremoto del 1908. Inoltre, in località Pantano è presente anche la cosiddetta “Fontana Cece” che, sotto l’aspetto archeologico, ha consegnato alla storia una tomba a grotticella risalente al XIV secolo a.C.
Qui gli ulivi primeggiano e per quanto concerne l’aspetto gastronomico Cleto vanta di un eccezionale olio extra vergine di oliva.