Quando si è arrivati in prossimità della chiesa matrice – San Biagio – si è in pratica nel cuore del centro storico amanteano che compare nelle cartoline promozionali. Di fianco alla bella scalinata che porta alla chiesa, su via Indipendenza, si può prendere una stradina con un po’ di tornanti, in discesa, che porta verso la parte bassa del paese.
L’area con i tornanti è denominata Pantalìa, probabilmente per l’esistenza in tempi lontani di una cappella privata dedicata a San Pantaleo. Arrivati giù, avanzando verso ovest su Via Garibaldi, verso il mare, si passa accanto alla scuola Manzoni e poi oltre la superstrada si arriva sul lungomare. Nei terreni di fronte la scuola, più di un secolo fa, quando ancora le abitazioni non erano sorte, Amantea vide svilupparsi un piccolo polo industriale ad opera dei fratelli Furgiuele, un’industria dedicata all’estrazione dell’olio dalla sansa. Si utilizzava un procedimento chimico per estrarre olio dai residui di buccia, polpa e nocciolo delle olive già pressate in precedenza. Industria che continuò a produrre fino agli anni del Fascismo e che creò anche malumori e proteste tra la popolazione per l’impatto sull’ambiente.
Nella stessa zona nel Secondo Dopoguerra fu impiantata la S.I.A.L.V.A. (Società Italo Americana Vincenzo Alvano), grazie ai fondi del Piano Marshall. Anche questa fu gestita per la lavorazione della sansa, ma ebbe vita brevissima.
Procedendo si giunge sul lungomare intitolato a Natale De Grazia, Capitano di Fregata della Marina Militare Italiana, si estende in lunghezza per più di un km.
La spiaggia è stupenda e non aspetta altro che la bella stagione per vedere gli ombrelloni delle migliaia di turisti in vacanza.
Percorrendo la strada a piedi in direzione sud, fino alla statua di Padre Pio, si può poi piegare a sinistra e giungere su viale Regina Margherita, la “via dei marinari”
– così denominata nel primo e secondo Novecento, poiché anche qui erano nate case e magazzini funzionali ad accogliere uomini e mezzi della marineria. Ad Amantea la tradizione economica della pesca ha radici antichissime e a un certo punto si creò anche una spiccata rivalità tra marinari originari della “Chiazza” (borgo antico) e marinari della “Taverna”, ovvero residenti dalle parti di via Margherita.
Via Margherita è la regina dello shopping, che prosegue su corso Vittorio Emanuele II immediatamente dopo piazza Commercio. Il mare, fino al 1600, arrivava a lambire la battigia proprio nei pressi di piazza Commercio. La toponomastica è abbastanza eloquente, accanto alla piazza c’è il quartiere della Calavecchia che nel nome rimanda certamente ad un antico piccolo approdo. La Calavecchia, tra ‘800 e ‘900, faceva da cerniera tra la parte bassa e la parte alta di Amantea.
Alla fine di corso Vittorio Emanuele si apre piazza Cappuccini, con la chiesa seicentesca (con annesso ex convento un tempo abitato dai frati Cappuccini), edificio eretto dal gruppo di francescani che fu aiutato economicamente da Rutilio Cavallo, nobile amanteano.