«U Colleggiu, andare verso il Collegio», espressioni amanteane che identificano una zona centralissima del quartiere Catocastro. Si tratta dell’area occupata dalla fabbrica gesuita seicentesca che, appunto, era un vero Collegio (luogo di studio, di insegnamento, di formazione) ed ebbe il suo momento di maggior prestigio tra XVII e XVIII secolo.
La costruzione di tale complesso fu iniziata per espressa volontà testamentaria di un amanteano, Fulvio Verdiano, medico stimatissimo della Compagnia di Gesù in Napoli (1660). Postazione dominante il fiume Catocastro e vista panoramica sul mare. Non sappiamo di preciso come si individuò tale luogo per l’edificazione, certamente quella parte di collina è storicamente un sito privilegiato per gli ordini monastici, si veda la gloriosa storia del presidio francescano (Assisi) poco più su, oppure il monastero delle Clarisse sul costone di roccia poco più giù.
La chiesa (sant’Elia) annessa al collegio ha linee semplici nella facciata, lesene che scorrono in verticale e dividono la superficie in tre campi. Di fianco c’è un campanile a vela. Il portale ha un timpano ad arco spezzato, più su un finestrone incorniciato con eleganza, e più su ancora si fa notare “la voluta di coronamento che sembra quasi librarsi in aria” (Enzo Fera). La chiesa è di stile barocco con interno a severe arcate a stucco. Vi si trova inoltre un pulpito pensile ligneo riccamente intagliato e decorato da artieri regionali (o napoletani) del ‘600. Nell’intaglio emergono curiosissime figure che invitano al silenzio e alla preghiera.
Molto interessante la cupola posta sulla volta a crociera: ha un tamburo basso di forma ottagonale, e dalle finestre a lobi la luce entra e crea un effetto armonioso.
Dicevamo che codesto centro gesuita fu un polo culturale importante: vi si tenevano, infatti, cattedre di Filosofia e Teologia Morale. Era un luogo di diffusione del sapere e di formazione per tutti i ragazzi delle famiglie agiate.
Il fabbricato del collegio, ubicato alle spalle della chiesa e facente parte integrante della stessa, fu utilizzato, in tempi recenti (fino al Secondo Dopoguerra), come carcere. Oggi è in uno stato molto precario.
Segnaliamo un “evento” folklorico, una tra le feste più genuine e popolari, avente come fulcro la chiesa del collegio: 21 giugno, san Luigi Gonzaga, di cui è conservata una modesta statua all’interno della chiesa. Quel giorno (non tutti gli anni) può diventare spontaneamente un ritrovo di cantori e suonatori di musica popolare.